Negli ultimi decenni i consumatori e non più la sola comunità scientifica hanno preso coscienza di una profonda crisi nel rapporto tra lo sviluppo economico e produttivo della società con le risorse naturali disponibili. Tra i primi settori merceologici a doverne subire le conseguenze c’è l’industria tessile con il suo intenso impatto ambientale a livello globale. In questo ambito, uno dei maggiori ostacoli nella diffusione di modelli sostenibili è ancora oggi relativo alla questione dei costi finali dei prodotti e dell’egemonia del sistema del fast‐ fashion. I terzisti che producono per i brand di pronto moda vivono una costante guerra al prezzo che spesso premia chi applica il prezzo più basso, a discapito della qualità e, conseguentemente della sostenibilità. I principi teorici dello sviluppo sostenibile (equità sociale, rispetto dell’ambiente e sviluppo economico) rimangono quindi difficilmente applicabili, soprattutto per la visione troppo focalizzata sui bisogni immediati del mercato. Le logiche produttive sono ancora in gran parte ancorate ad una economia lineare, anche se è già in atto un ricco dibattito sulla transizione all’economia circolare, con la conseguente nascita di buone pratiche, più o meno consolidate, di nuovi modelli di business. Recentemente numerosi regolamenti a carattere volontaristico si sono affiancati a quelli cogenti, con importanti campagne di comunicazione volte a migliorare l’appeal verso un consumatore consapevole, non sempre però supportate da vere e proprie logiche sostenibili nell’ambito della supply chain. Con questo Congresso AICTC desidera avviare un dibattito che, coinvolgendo professionisti esperti nel settore, affronti gli argomenti chiave relativamente all’utilizzo delle sostanze chimiche nei cicli produttivi tessili. Negli ultimi decenni i consumatori e non più la sola comunità scientifica hanno preso coscienza di una profonda crisi nel rapporto tra lo sviluppo economico e produttivo della società con le risorse naturali disponibili. Tra i primi settori merceologici a doverne subire le conseguenze c’è l’industria tessile con il suo intenso impatto ambientale a livello globale. In questo ambito, uno dei maggiori ostacoli nella diffusione di modelli sostenibili è ancora oggi relativo alla questione dei costi finali dei prodotti e dell’egemonia del sistema del fast‐ fashion. I terzisti che producono per i brand di pronto moda vivono una costante guerra al prezzo che spesso premia chi applica il prezzo più basso, a discapito della qualità e, conseguentemente della sostenibilità. I principi teorici dello sviluppo sostenibile (equità sociale, rispetto dell’ambiente e sviluppo economico) rimangono quindi difficilmente applicabili, soprattutto per la visione troppo focalizzata sui bisogni immediati del mercato. Le logiche produttive sono ancora in gran parte ancorate ad una economia lineare, anche se è già in atto un ricco dibattito sulla transizione all’economia circolare, con la conseguente nascita di buone pratiche, più o meno consolidate, di nuovi modelli di business. Recentemente numerosi regolamenti a carattere volontaristico si sono affiancati a quelli cogenti, con importanti campagne di comunicazione volte a migliorare l’appeal verso un consumatore consapevole, non sempre però supportate da vere e proprie logiche sostenibili nell’ambito della supply chain. Con questo Congresso AICTC desidera avviare un dibattito che, coinvolgendo professionisti esperti nel settore, affronti gli argomenti chiave relativamente all’utilizzo delle sostanze chimiche nei cicli produttivi tessili.